La riflessione di Luigi Giussani (1922-2005), uno dei protagonisti della vita ecclesiale nella seconda metà del XX secolo, appare come un contributo di grande rilievo in seno al pensiero cattolico contemporaneo. La lezione tomista, assimilata nel Seminario teologico di Venegono, viene ripensata dall’autore in chiave esistenziale alla luce di un’esperienza educativa unica nell’Italia del ’900. Il risultato è, da un lato, la nozione di “senso religioso”, mutuata inizialmente da Giovanni Battista Montini, per la quale la verità deve, modernamente, passare attraverso la libertà, e dall’altro, quella di “incontro” come modalità fondamentale con cui l’Essere, il volto di Cristo, si manifesta nella storia. Al centro vi è la nozione originale di esperienza, verifica della corrispondenza tra l’io, nelle sue esigenze naturali fondamentali, e la realtà. Giussani delinea, in tal modo, un percorso moderno in cui la fedeltà alla tradizione va al di là della opposizione tra tradizionalisti e modernisti nella Chiesa post-conciliare. Il binomio certezza-verità richiede una “conoscenza amorosa”, una conoscenza di Dio e del mondo come realmente esistenti. In tal modo l'esigenza moderna del soggetto si incontra con la lezione del realismo classico. Il volume mette a fuoco nodi e momenti essenziali del pensiero giussaniano ponendolo a confronto sia con i suoi critici che con la storia del suo movimento, che egli, in più occasioni, ha dimostrato di riprendere e correggere. [Dalla quarta di copertina].