Introduzione
Lo scopo per cui si aderisce alla compagnia cristiana è la gioia; Dio ha fatto l’uomo per la gioia e essa rende ragionevole l’adesione. Non si tratta di una speranza giovanilistica, ma di un augurio pieno di realismo. Dio, però, non può donare la gioia se l’uomo non apre il cuore, se non sceglie la vita invece che la morte. La compagnia è fatta per sostenere la libertà in questa scelta e l’unico modo per non soccombere sotto il peso della propria fragilità è la domanda.
Prima lezione
L’unica motivazione ragionevole per fare tutto quello che facciamo è l’amore a Cristo. Non esiste fatto tanto grande e indimenticabile nella storia quanto l’Incarnazione. L’incontro con Lui cambiava tutto, liberava il cuore, come è accaduto a Zaccheo. È artificioso pensare che Zaccheo non abbia più sbagliato, eppure da quel momento non è stato più lui, anche con le sue ire e i suoi peccati. Siamo amati più di quanto sbagliamo e la Resurrezione di Cristo ci libera dal peccato, così che ogni nuovo errore diventa occasione per tornare a Lui. L’unica cosa da fare, allora, è convertirsi, vale a dire tenere lo sguardo fisso su Gesù. Basta riguardarLo e si è perdonati; il Suo riconoscimento agisce nell’uomo e col tempo cambia il modo di giudicare, di pensare, di comportarsi. La moralità non è una capacità, ma la memoria di Cristo, per questo il peccato vero nasce dal non ricordarsi e dalla fragilità. L’arma contro questa fragilità è la mendicanza, che è il gesto proprio di chi non ha nulla.
Seconda lezione
Quando il cuore è toccato dalla verità, la memoria diventa la legge della vita. Nasce allora una purificazione nel rapporto con tutto, che diventa amore vero, cioè carità. Quando facciamo memoria del fatto che tutto in Lui consiste, Cristo si incarna di nuovo nella nostra azione, piccola o grande. Solo il respiro dell’infinito rende ragionevole l’azione per l’uomo. Sorge così la pazienza, vale a dire la certezza che Cristo compirà ciò che ha promesso, e un uomo che viva questa posizione diventa una presenza comunicativa, genera un movimento. È una presenza tangibile, attenta ai bisogni concreti e per questo genera opere. Un’opera è innanzitutto il lavoro quotidiano visto nel suo nesso col disegno totale e una novità del genere può realmente trasformare la società.
Terza lezione
Senza lo Spirito, Cristo è relegato nel passato; il primo segno dello Spirito è la compagnia vocazionale. Essa è generata da una logica estranea al mondo, quella dell’amore: non più “fare per qualcosa”, ma “fare per qualcuno”. La vita è data per la gloria di Cristo e senza di Lui non c’è umanità autentica. Riconoscere questo genera una personalità nuova, che sorge dalla preghiera, dalla mendicanza, e implica due fattori. Il primo è un’intelligenza e dunque un giudizio nuovo. Il secondo è un’affezione nuova, che porta con sé la disponibilità al sacrificio. Questo uomo nuovo vive due circostanze legate tra loro: la compagnia e il dolore. Il dolore è la condizione del vivere, ma non può essere vissuto se non nel tremito di un amore. È solo nell’umanità nuova che nasce la pace, e il sintomo che si è su questa strada è la letizia.