Venerdì sera
Amore, dinamica dell’essere. Amicizia, frutto estremo dell’amore
È sufficiente leggere i giornali per osservare come l’uomo cada in una totale confusione quando identifica il problema della vita con un particolare da lui fissato. Invece, quanta chiarezza e unità nasce dalla fede; perché Cristo possa essere riconosciuto occorre semplicità ed Egli come lascito per la vita dell’uomo genera letizia e speranza. La Sua presenza è l’unica possibile fonte di letizia e tale esperienza permette la speranza nel futuro.
Il tema degli Esercizi e dell’anno intero è l’amicizia, che è l’espressione suprema della grandezza dell’uomo, in quanto è imitazione di Dio. Deus caritas est, così da questo amore nasce l’amicizia umana. Essa è un’affezione reciproca che abolisce l’estraneità senza però porre alcun calcolo. Dio si esprime come amore e allo stesso modo l’amore umano autentico è carità, vale a dire gratuità assoluta. Una simile purezza nasce dal riconoscere che nell’altro si affaccia il Mistero, poiché il Mistero diventa la prospettiva inesorabile di tutto ciò che si guarda. Non si tratta di una capacità umana, ma di una disponibilità verso Dio, che è l’espressione della misericordia assoluta, così priva di misura da essere quasi “irrazionale”.
Se, dunque, l’amore di Dio è il fattore dominante della vita, nessun istante è insignificante. Tutto è grandissimo, perché tutto è rapporto con l’Infinito. Tale esperienza ci rende amici di tutti gli uomini, anche degli sconosciuti che si incontrano sul tram. L’amicizia vera consiste nell’amare il destino dell’altro, chiunque esso sia.
Le lezioni del sabato mattina e del sabato pomeriggio sono tenute da José Miguel Garcia. La prima ha come tema “L’amicizia, metodo del rapporto tra Dio e l’uomo” e ripercorre i tratti fondamentali dell’incontro tra Cristo e gli apostoli, ribadendo come lo stesso avvenimento accada oggi nell’incontro con uomini cambiati dal rapporto con il Mistero. La seconda, dal titolo “L’amicizia, sorgente della moralità” descrive la moralità come frutto di una presenza e non di una capacità. È l’adesione a Cristo che rende lieti e capaci di bene, quindi l’unico vero peccato è resisterGli, insistendo sul proprio male.
Assemblea
Perché il tema di questi esercizi è l’amicizia?
Senza amicizia non c’è popolo né storia. L’amicizia è un amore che trova reciprocità, come quello tra il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo. È una reciprocità in cui però il contenuto, il fine non è limitato, ma è il destino dell’altro. Per meno del destino non c’è amicizia, non c’è corrispondenza reale. L’amicizia vera adora l’altro, non per le sue capacità ma perché c’è. È per Gesù che abbiamo passione gli uni agli altri; senza di Lui saremmo estranei.
Come può l’amicizia essere piena di misericordia?
La misericordia non è umana, è solo divina. La ragione può concepire il perdono in una certa misura, ma un perdono senza limite sembra irrazionale, quasi ingiusto. Accade così perché la misericordia svela la nostra natura profonda: siamo piccoli e bisognosi. Quando si sperimenta un abbraccio del genere emerge un dolore per il proprio male mai percepito prima e un desiderio di essere come Cristo, per quel che possiamo. Non c’è uomo che non desideri essere misericordioso e ciò che non sa fare da sé lo può sempre domandare.
Se la morale è seguire un fatto che attrae, perché si sperimenta un sacrificio tanto grande?
La morale segna la strada per andare al Destino e il Destino è la vera attrattiva della vita, tuttavia un nemico ha messo una trappola nel nostro cuore e qualcosa si è rotto. Per questo possiamo confonderci, credere che ci corrisponda qualcosa che in realtà non è per noi. Mantenere la semplicità che permette la moralità è faticoso, ma Cristo in croce presente ci è compagno in questo e amico, nel senso più autentico del termine.